sabato 9 ottobre 2010

Il Cannolo siciliano, la ricetta originale e gli aneddoti

Il cannolo siciliano, insieme alla cassata siciliana, è il dolce più rappresentativo della nostra isola, ed è tipico del carnevale perché sembra essere nato per  scherzo.
Da ragazzi, spesso questo scherzo lo facevamo confezionando un cannolo dove alle estremità c’era la crema di ricotta, mentre all’interno mettevamo un batuffolo di cotone idrofilo. Era uno sballo, poiché la vittima morsicava con gusto l’estremità  per poi trovare la sorpresa!
In Sicilia chiamiamo cannolo la cannula del rubinetto dove scorre l’acqua, ed è proprio una canna che viene adoperata per confezionare l’involucro (la “scorcia”) che contiene la crema, solo che dal rubinetto scorre l’acqua mentre dentro al cannolo scorre… la crema! Da qui lo scherzo carnevalesco e l’impiego in quel periodo.

Tuttavia, come tutte le nostre goloserie, anche questo semplice ma fantastico dolce viene mangiato tutto l’anno ed in qualsiasi momento. È sempre un piacere addentare questa particolare pasta croccante  ripiena di freschissima crema di ricotta.
In ogni luogo della Sicilia si confezionano fragili e scricchiolanti cannoli che,  grazie alla maestria dei nostri pasticcieri, sono diversi da luogo a luogo nella decorazione. Per esempio a Palermo, alle estremità del cannolo si usa adagiare due belle cirase (ciliegie) candite e sul dorso una fettina di buccia d’arancia candita, mentre  nella Sicilia orientale è la graniglia di pistacchi di Bronte a dominare la scena. In ogni caso, l’ingrediente che non può mutare è la crema di ricotta, che deve essere rigorosamente di pecora e freschissima.
È una leccornia così cara ai siciliani che, a Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, l’onorano con la “Sagra del Cannolo”. Qui, oltre alla sfilata di carri carnevaleschi (che si svolge ogni anno dal 13 Gennaio al 10 Febbraio), si possono gustare cannoli di tutte le grandezze, dai cannolicchi ai cannoli di dimensioni spropositate che rendono ancor più lieta e allegra l’atmosfera carnevalesca, ma soprattutto deliziano lo spirito e il palato.

Ingredienti per la “scorcia” (l’involucro)

400 grammi di farina
75 grammi di strutto
40 grammi di zucchero semolato
2 uova
1 albume
un pizzico di sale
15 grammi di cacao amaro
60 grammi di Marsala secco
60 grammi di aceto bianco
Cannelle di latta (non saldata) per confezionare i  cannol
Olio di semi di girasole per friggere

Se avete la possibilità usare una planetaria con l’attrezzo a foglia, quindi mescolare farina, zucchero, cacao e sale. Aggiungere lo strutto  al miscuglio di farina e farlo ben amalgamare, quindi unire le uova, farle assorbire ed infine continuare a lavorare aggiungendo il Marsala e l’aceto fino ad ottenere un impasto non troppo morbido ma consistente. Formare una palla, avvolgerla in pellicola da cucina e riporre in frigo per almeno un’ora.
Spianare l’impasto ad uno spessore sottile (potete usare una sfogliatrice finendo con uno spessore simile a quello delle tagliatelle) spolverando, man mano, con la farina sia il piano di lavoro che l’impasto. Quando avrete raggiunto lo spessore desiderato, ricavate dei dischetti dal diametro di circa 10 cm. (potete aiutarvi con un coppapasta). Avvolgere i dischetti nelle cannelle unte d’olio, congiungendo i bordi spennellandoli con  l’albume battuto. Friggere in abbondante olio ben caldo, due-tre per volta. Non appena la pasta sarà di un bel dorato scuro scolare e mettere a raffreddare su carta assorbente da cucina.

Prepariamo la crema di ricotta

Se la ricotta è molto umida, come dovrebbe essere, farla sgocciolare in modo da eliminare la maggior parte di siero. Amalgamare bene la ricotta con lo zucchero. Lasciare riposare per un’ora e quindi setacciarla. A questo punto unire la cannella e il cioccolato fondente.

Confezioniamo i cannoli

Riempire le scorze con la crema e spianare le parti estreme aiutandovi con un coltello, posare una ciliegia candita alle estremità, mettere in un vassoio e spolverare con zucchero a velo e infine adagiare sul bordo la scorzetta di arancia candita.

martedì 31 agosto 2010

"U patruni e sutta" descritto su Wikipedia

Patruni e sutta (in italiano Padrone e sotto) è un gioco di carte e di bevute (praticato con bevande alcoliche come birra e vino) diffuso nell'Italia meridionale, in particolare a Messina dove da poco è nata una birra che porta proprio questo nome, in onore appunto del gioco. Lo stesso si è poi diffuso in Calabria meridionale ed in particolare nella provincia di Reggio Calabria e nella provincia di Cosenza. Del gioco esistono comunque molte varianti.
Si può giocare con le carte siciliane, francesi o napoletane in 4, 6 o 8 persone a squadre.
Lo scopo di questo gioco è di bere (vino, liquori, birra, ecc.) il più possibile e pagare meno bevande possibile.
La prima fase del gioco consiste nel giocare una tradizionale briscola a squadre. Chi perde paga da bere le bevande alcoliche (di solito birre), che nel caso di 4 giocatori sono 2, nel caso di 6 giocatori sono 3 e nel caso di 8 giocatori sono 4.
Oltre alle bottiglie serve un numero di bicchieri pari al numero delle bottiglie sul tavolo. I bicchieri devono essere fatti in modo che, versando la bevanda fino a colmare l'orlo degli stessi, ne resti la metà nelle bottiglie.
Nella seconda fase del gioco, si rincartano le carte e le si distribuiscono a tutti i giocatori in egual numero.
Chi possiede la primiera più alta si dice che è u patruni (il padrone), colui che possiede il secondo punteggio più alto è u sutta (il sotto). La primiera si calcola nel seguente modo: il sette vale 21 punti, il sei vale 18 punti, l'asso ne vale 16, il cinque ne vale 15, il quattro 14 punti, il tre 13 punti, il due 12 punti, le figure 10 punti. Ogni giocatore deve sommare i punti totalizzati con 4 carte, le più alte che possiede, dei 4 diversi semi. Quindi, ad esempio, chi ha 4 sette ha la primiera più alta in assoluto.
A questo punto "U sutta" propone il giocatore che dovrà bere al "Patruni", il quale può rispondere affermativamente o in modo negativo. Ovviamente quando capitano due della stessa squadra sia vincente che perdente possono far bere solamente i loro compagni. Il gioco si complica quando "u patruni" e "u sutta" non sono della stessa squadra e si cerca di arrivare a compromessi per far bere i propri compagni. Esaurite le bevande sul tavolo, se ne portano altre e si ricomincia una nuova briscola e così un nuovo giro.
Esistono delle varianti che semplificano il gioco, ad esempio eliminando la briscola iniziale (e le bevande si comprano dividendo equamente) e lasciando invariato il resto, oppure evitando anche la primiera (come nella variante delle tre figure).
Del primo gioco rimane la consuetudine dei bicchieri e delle bottiglie semipiene. La primiera invece scompare e al suo posto si utilizzano le 3 figure; nel caso delle carte Siciliane, Napoletane la donna di denari corrisponde a colui che propone i nomi delle persone a cui far bere, il cavallo di denari ha il potere di decidere chi deve bere e il re di denari è invece la persona che bussando sul tavolo può bersi, ad esempio, la birra a prescindere da cosa hanno deciso i possessori delle figure precedenti. nel caso delle carte francesi è il jack di quadri che propone, la donna di quadri che decide e il re di quadri ha la medesima funzione del re di denari delle carte napoletane.
nei prossimi post le altre informazioni sul gioco...